“I’m
singin’ in the rain, just singin’ in the rain.. What a glorious feeling! I’m
happy again! I'm laughing at clouds, so dark up above..”
Così cantava Gene
Kelly nel 1952 nel film “Cantando sotto la pioggia”. Cosa centra? E’ la sigla
del tutorial di oggi: Come trasformare una giornata potenzialmente brutta a
causa della pioggia in un grande divertimento. Come? Semplice! Basta accettare
il sabato pomeriggio un invito da un’amica per un giro in bici il giorno dopo,
e la domenica fregarsene della pioggia, inforcare la bici e pedalare!
Ritrovo alle 9.30 a Ronchi dei Legionari. Arrivo come al
solito in anticipo ma dopo un po’ di attesa ecco arrivare gli amici bisiachi e
quelli triestini, pronti per questo gemellaggio ciclistico con il solito
spirito goliardico e spensierato. Un paio di lavoretti sulle bici, due
“ciacole” (chiacchiere) e si parte! M. è la nostra guida ciclistica e
spirituale, e per temprare per bene le nostre (le mie) deboli membra ci fa
iniziare il giro con una salita un po’ tosta, resa più faticosa dal terreno appiccicoso
a causa del fango e le pietre scivolose. Le mie gambe chiedono pietà,
affrontare una salita simile ad inizio giro, con i muscoli ancora freddi e
bagnati dalla pioggia che lieve scende senza mai fermarsi non è il massimo. Per
fortuna tutti a turno mi spronano, e sono piacevolmente sorpresi nel vedere che
affronto l’intera salita in sella, senza barare spingendo la bici a mano..certo
con le dovute soste..Mica sono migliorata così tanto! M. ha deciso di farmi un
po’ di scuola guida oggi, e grazie a lui affronto tre “mostri”. In realtà di
mostro ce n’è solo uno, gli altri due sono due sciocchezze. Semplicemente mi
spaventano gli ingressi di due singletrack in discesa, uno per uno stupido
scalino di pochi cm (ne faccio di più alti senza problemi, ma quello li mi sta
proprio antipatico) e l’altro perché l’ingresso ha la ghiaia..quindi si tende a
scivolare. Nonostante i miei tentativi di evitarli, al suono di “Monta in sella
e pedala senza discutere!!!!” mi faccio coraggio e…li faccio senza
problemi..ovviamente. M. mi conosce meglio di quanto io conosca me stessa in
mtb.. Addirittura il secondo me lo fa fare quattro volte, giusto per ribadire
il concetto che son io che son pirla e non è vero che sono incapace. Il mostro
vero, è una salita da me battezzata “la salita del pianto”, perché la prima
volta che Maritino mi ha portata in mountain bike me l’ha fatta fare, ed io
giovane dal fisico debole e senza allenamento mi sono messa a piangere dalla
fatica facendola. Oggi invece, nonostante fossi già stanca a quel punto l’ho
fatta tutta in sella, con poche soste (soste di qualche secondo eh, non pensate
che mi sia mangiata un panino ad ogni sosta!) e in tempi umani, quindi non mi
sono fatta attendere più di tanto dagli allenatissimi compagni biker. Poi verso
fine giro, stanca ma ancora con un po’ di energia in corpo, mi sono distratta
un attimo e mentre scendevo rallentando perché M. mi stava parlando, son caduta
praticamente da ferma, ritrovandomi sul fianco sinistro con le mani ancora sul
manubrio ed i piedi sui pedali…Il mio primo pensiero è stato “Che figura di
*****!”..Poi ho controllato di non essermi fatta niente..Solo una grande botta
sul quadricipite che al momento è un po’ violaceo a causa dell’ematoma. Sono
riuscita a finire il giro nell’incredulità generale..dovete sapere che non
giravo (in bici) con loro da un anno, e sono rimasti sopresi vedendo i miei
miglioramenti. L’anno scorso la “salita del pianto” l’avrei fatta per metà a
piedi e non avrei pedalato così tanto tenendo un ritmo discreto..si, perché io
vado piano mentre con M. e company non si scherza. Non si corre ma nemmeno si
tiene un ritmo da passeggiata.
Durante il giro abbiamo incontrato molte persone a piedi che
ci guardavano come se fossimo dei pazzi, ma il massimo è stato per me quando mi
son fermata a sistemare la catena che era caduta e alzandomi mi sono trovata
davanti un soldato della Prima Guerra Mondiale con tanto di fucile e sul
momento mi è preso un colpo! Poi mi son ricordata che oggi avevano organizzato
una passeggiata fino ai monumenti della Cima Toti con gli organizzatori vestiti
in costume d’epoca… E’ stato divertente però..con tutte le trincee che ci sono
ti aspetti davvero di vedere qualche soldato spuntare da un momento all’altro.
I segni delle guerre sono ancora vivi, e con gli ultimi lavori di manutenzione,
ora le trincee sono molto meglio visibili.
Sono tornata a casa talmente stanca da non aver nemmeno
voglia di pranzare, ma super felice per la bella mattinata passata in bici..Non
vedo l’ora che Maritino possa tornare a pedalare per andare insieme a lui sul
nostro amato Carso a fare lo sport che più amiamo..
Nessun commento:
Posta un commento